La prima marcia su Roma by Luciano Canfora

La prima marcia su Roma by Luciano Canfora

autore:Luciano Canfora [Canfora, Luciano]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: History, Ancient, General
ISBN: 9788842089704
Google: CDGODAAAQBAJ
editore: Laterza
pubblicato: 2009-04-15T22:00:00+00:00


6.

La morte dei consoli

Il 21 aprile, mentre Cicerone parlava in Senato si svolgeva una seconda battaglia, e questa volta decisiva, sotto le mura di Modena.

La successione dei fatti militari ci è nota grazie al resoconto minuzioso di Appiano di Alessandria, nel terzo libro delle Guerre civili, fondato in non piccola parte sull’Autobiografia di Augusto[27].

Appiano non si spreca in commenti, dice fatti. Dà un quadro piuttosto crudo della situazione, sul campo di battaglia, all’indomani di Forum Gallorum: «L’infittirsi del buio della sera fece perdere il contatto tra i due eserciti. La palude rimase piena di armi, di cadaveri, di uomini feriti e morenti. Alcuni erano fisicamente integri ma così spossati che non curavano di salvarsi. I cavalieri di Antonio, che erano la sua guardia del corpo, per tutta la notte si aggirarono per la palude a raccogliere costoro: o li sistemavano su cavalli o ingiungevano loro di attaccarsi alla coda degli animali [...]. Caddero circa la metà dei combattenti delle due parti. Perì per intero la coorte di Ottaviano. Solo pochi dei soldati di Irzio»[28].

Dopo una tale sconfitta «Antonio non intendeva più attaccare, ma limitarsi a puntate con la cavalleria fino a quando Decimo Bruto, logorato dalla fa me, si arrendesse. Per la medesima ragione Irzio e Ottaviano volevano affrettare lo scontro».

Alla fine Irzio e Ottaviano riuscirono a costringere Antonio alla battaglia: era il 21 aprile. Fecero ricorso ad uno stratagemma classico: cercarono di spezzare l’assedio là dove Modena era meno sorvegliata dagli antoniani per l’asprezza dei luoghi. Mostravano di voler forzare il blocco con il grosso dell’esercito. Diamo daccapo la parola ad Appiano, cioè probabilmente allo stesso Ottaviano: «Antonio fu costretto a scendere in campo, ma anche allora uscì con i soli cavalieri. Irzio e Ottaviano gli mandarono contro i soli cavalieri, mentre con il grosso delle truppe continuavano a puntare sull’obiettivo. Allora Antonio, temendo per Modena, mandò in campo due legioni, e gli avversari con piacere mutarono direzione di marcia e cominciarono a combattere. Subito Antonio fece venire altre legioni dagli altri accampamenti[29] ma esse giungevano lentamente e perché chiamate all’improvviso e perché venivano da lontano; così prevalevano nella battaglia i soldati di Ottaviano. Irzio addirittura entrò nel campo di Antonio e morì combattendo nei pressi della tenda del comandante. Ottaviano irruppe nel campo, ne raccolse il corpo, e tenne la posizione fino a che fu respinto, di lì a poco, da Antonio. I due eserciti pernottarono in armi» (III. 71).

Qui parla Ottaviano. Contano i dettagli: «prevalevano nella battaglia i soldati di Ottaviano»; Irzio irrompe nel campo di Antonio e ci lascia la pelle, ma Ottaviano non gli era vicino nel momento fatale, ha potuto solo recuperarne il corpo. Ed essendo un grande specialista in funerali gli ha riservato esequie solennissime. (La voce che aveva circolato era invece che proprio Ottaviano lo avesse liquidato: «seu milites Hirtium et machinator doli Caesar» riferisce Tacito in quel capitolo micidiale di cui s’è detto in principio, ma Svetonio dice qualcosa di più grave: «Hirtium in pugnae tumultu ab ipso interemptum»[30].)

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